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La malacofauna terrestre e d’acqua dolce italiana è composta da 618 specie, 594 delle quali appartenenti ai Gasteropodi e 24 specie ai Bivalvi (Manganelli et al., 2000). Rappresentano un gruppo faunistico ecologicamente (es. specie igrofile, xerofile, erbivore, detritivore, carnivore...) e biologicamente (es. specie vivipare, ovipare...) eterogeneo, che per questo ben si presta a fornire indicazioni di tutela e gestione ambientale.
Materiali e metodi
Nella Riserva naturale Le Bine sono state effettuate diverse indagini dal 1986 in poi. Le raccolte in acqua sono state effettuate tramite setacci a barchetta con maglie di 0,5 mm, mentre in terra sono stati eseguiti sopralluoghi per ricerca a vista e si è provveduto alla ricerca di specie di piccole dimensioni (<0,5 mm) tramite il setacciamento
di campioni di terreno. Il materiale raccolto è stato determinato seguendo la classificazione della checklist delle specie della fauna italiana (Bedulli et al., 1995, Bodon et al., 1995).
Risultati
Sono state determinate 56 specie, comprese quattro rinvenute solo nel fiume Oglio. Tutte le specie presentano un’ampia distribuzione, mancano del tutto endemismi. Le Bine rientra nella “facies faunistica padano-alpina” (Sacchi, 1963), colonizzata in gran parte da malacofauna “proveniente” dall’Europa continentale. Le specie alloctone recentemente individuate all’interno della Riserva, Arion rufus, Helicodiscus syngleianus e Dreissena polymorpha, appartengono rispettivamente ai corotipi centroeuropeo, europeo ed oloartico. Tra le specie significative segnalate dall’IUCN (International Union of Conservation Nature) vi sono: Segmentina nitida, Helix pomatia, Unio mancus. Da segnalare anche la presenza della rara Aplexa hypnorum.
Più recentemente (2010) è stato realizzato un aggiornamento degli studi sui molluschi:
La prima indagine sui molluschi della Riserva Le Bine (1986), ha consentito di identificare 42 specie, 26 delle quali strettamente d’acqua dolce e 16 terrestri. Nel 2002, a fronte di 12 nuovi ritrovamenti, 4 d’acqua dolce e 8 terrestri, tra cui l’invasiva e alloctona Arion rufus, si è però registrata la perdita di 4 specie acquadulcicole, Aplexa hypnorum, Physa fontinalis, Sphaerium corneum e Musculium lacustre.
Infine, tra il 2006 e il 2009, altre indagini hanno permesso di rilevare la presenza di 52 specie, 23 delle quali d’acqua dolce e 29 terrestri; è ancora l’ambiente acquatico a registrare la situazione più critica con la perdita di 6 specie, tra cui Galba truncatula, Anodonta anatina e Pisidium conventus, e l’ingresso di una nuova alloctona invasiva, Anodonta woodiana woodiana. Inoltre, è stata accertata l’introduzione
involontaria di Trichia plebeja, e l’arrivo, probabilmente a seguito dell’alluvione del 2000/2001, di Macrogastra attenuata, che lentamente si sta diffondendo seguendo le fasce boscate della riserva.
Testo tratto da ricerche svolte da Andrea Agapito Ludovici.