3554
Premessa
Sono note oltre 9.600 specie (Sibley e Monroe, 1990) che hanno colonizzato praticamente tutti gli ambienti terrestri e costieri del pianeta. È uno dei gruppi di vertebrati maggiormente studiati soprattutto in Europa e attualmente è possibile avere delle attendibili check-list nazionali con indicazioni degli andamenti delle popolazioni specifiche. Inoltre l’analisi della comunità ornitica può dare delle buone indicazioni sullo stato di conservazione e sulla gestione di un’area.
In Italia sono presenti 500 specie, comprese 33 introdotte, 33 accidentali e 39 esotiche importate (Brichetti e Massa, 1999) alcune delle quali sedentarie, mentre molte altre sono presenti per periodi limitati (riproduzione, svernamento, migrazione, estivazione, presenza accidentale).
Cosa è stato fatto a Le Bine
A Le Bine gli studi sono cominciati negli anni ’70 con soli censimenti qualitativi per poi essere integrati da altre metodologie che hanno permesso la definizione di un quadro abbastanza preciso dell’evoluzione della comunità. Le ricerche sono state condotte mediante l’ascolto al canto dei maschi durante il periodo riproduttivo per i piccoli passeriformi e con indagini specifiche per altri gruppi (es. stimolazione acustica e ricerca di borre per i rapaci notturni, ricerca di nidi per corvidi e ardeidi). In particolare dal 1999 è stata avviato un progetto di monitoraggio, che continua tutt'ora, mirato alla comunità dei nidificanti. Dal 2007 al 2013 è stato effettuato uno studio basato sull'inanellamento. In inverno Le Bine viene censita grazie allo specifico progetto sul censimento degli uccelli svernanti promosso dal Parco Oglio Sud.
Risultati
Nidificanti
Nel 2007 è stato pubblicato un articolo che sintetizza gli studi sulla comunità nidificante dal 1987 al 2007, del quale si riportano le conclusioni.
In particolare è si è visto che, nel periodo preso in esame, si è assistito ad una semplificazione e banalizzazione della comunità ornitica, in particolare di quella legata alla zona umida evidenziata dagli andamenti degli indici di diversità e di equiripartizione. La notevole riduzione del canneto sembra essere l’aspetto che ha inciso maggiormente sulla scomparsa o sulla regolarità di nidificazione di diverse specie: tuffetto, tarabusino, salciaiola. Mentre l’aumento degli specchi d’acqua, per ora, sembra non aver influito molto sulle potenzialità di questi ambienti per gli uccelli; una possibile spiegazione è data dal fatto che tale incremento, nel periodo di studio, non è stato accompagnato da un analogo aumento nella vegetazione propria di questi habitat. Invece la comunità ornitica legata alla parte agricola e “forestale” sembra maggiormente diversificata o meglio registra l’ingresso di nuove specie come picchio verde, sterpazzola e canapino di un certo interesse su scala locale.
Dal 1987 al 2019 sono state individuate complessivamente 65 specie nidificanti, di cui 61 certe e 4 possibili (Assiolo, Nibbio bruno, Nitticora e Verzellino). In questo arco di tempo la riserva è cambiata molto: sono stati eliminati i pioppeti coltivati per fare posto ad aree rimboschite con criteri più naturalistici, sono state create ex novo diverse zone umide, si è assistito all'impoverimento della zona umida, tutto ciò ha notevolmente influito sulla comunità ornitica. A questo si aggiungono fattori legati ad un scala più ampia (per esempio la contrazione della popolazione nidificante in Italia di nitticora o l'espansione del picchio verde). E' in questo quadro legato a fattori locali e globali che si può ascrivere, per esempio, la nidificazione del falco pecchiaolo del 2018 (non confermata ma in dubbio per il 2019) o la possibile nidificazione dell'assiolo del 2019.
La garzaia di airone cenerino: si è insediata nel 2005 con una coppia e via via è aumentata fino a raggiungere il massimo di 149 coppie nel 2010. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un calo delle coppie fino alle 78 del 2019. Nel 2020 la garzaia ha ripreso quota con la presenza di 104 coppie.
In un contesto naturalisticamente molto povero quale quello padano, Le Bine assume un ruolo importante sia per il valore come caso di studio, dove da molti anni si indagano e monitorano diversi aspetti scientifici, sia come area residua per la tutela e la conservazione della natura, da utilizzare, come nodo di un auspicabile riqualificazione del basso corso del fiume Oglio.
Altri studi pubblicati sull'avifauna de Le Bine:
Andamento delle nidificazioni nei nidi artificiali